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8 gennaio 2011 6 08 /01 /gennaio /2011 00:46

 

“armi a energia diretta” si intende una classe di armamenti che comprende numerosi dispositivi capaci di indirizzare sui bersagli in modo molto preciso ed efficace, svariate forme di energia non cinetica.

In sostanza, piuttosto che colpire l’obiettivo con un proiettile, o mediante la forza d’urto di un’esplosione, questi dispositivi inviano sul bersaglio radiazioni elettromagnetiche, onde acustiche, plasma ad elevata energia, raggi laser.

Gli effetti legati all’uso di tali armi possono essere sia letali che non letali, mentre i campi d’applicazione variano dalla difesa antiaerea alla tutela dell’ordine pubblico.

 

   Laser a raggi ultravioletti 

 

La HSV Technologies Inc. di San Diego, California ha sviluppato un'arma non letale, che utilizza raggi laser a ultravioletti per immobilizzare persone o animali a distanza.

Questo speciale laser è un  dispositivo che utilizza due fasci di radiazione UV ionizzati che seguono la traiettoria per colpire il bersaglio identificato, impattando sui recettori neurali che controllano i muscoli, paralizzando gli impulsi nervosi, provocando forti contrazioni dolorose.

 

  Pulsed Energy Projectile

 

La versione non letale del PIKL va sotto il nome di

Pulsed Energy Projectile (PEP).

Questo dispositivo è in grado di stordire uomini e animali, creando forte dolore e temporanea paralisi.

La documentazione sui possibili effetti a lungo termine provocati dall’arma è però scarsa.

Il principale ambito di applicazione previsto per il PEP viene indicato in scenari di controllo dell’ordine pubblico, mentre un’altra delle applicazioni prefigurate è quella di presidio dei checkpoint.

Oltre a stordire le persone una simile arma dovrebbe essere capace di bloccare i veicoli, in quanto il suo “impulso energetico” interferirebbe con i sistemi elettrici di iniezione.

Il raggio d’azione del PEP è di circa 2 Km, ed il suo funzionamento si basa sull’emissione di un impulso laser ad infrarossi (mediante l’impiego di un “deutorium fluoride laser”).

Il plasma prodotto dalla parte iniziale dell’impulso arriva ad esplodere poiché i suoi elettroni assorbono l’energia della parte finale dell’impulso.

L’esplosione di questo plasma ad elevata energia si tramuta in una forza d’urto combinata ad un’onda elettromagnetica.

Altri dispositivi affini a questa tecnologia si chiamano:

MARAUDER (Magnetically Accelerated Ring to Achieve Ultra-high Directed Energy and Radiation)

XADS

 

 Active Denial System

 

 

Questo dispositivo è in grado di indirizzare (“sparare”) un fascio di microonde ad alta energia verso un bersaglio preciso.

La frequenza utilizzata si aggira intorno ai 95 Ghz.

Il “raggio del dolore” è classificato come “arma non letale”, in quanto il suo raggio invisibile penetra sotto la pelle soltanto per alcuni millimetri, facendo temporaneamente impazzire i recettori del dolore.

Nel giro di 1 – 2 secondi chi viene colpito dal raggio a microonde prova la sensazione di andare a fuoco.

Ufficialmente infatti tali strumenti di guerra servirebbero per produrre un “raggio del dolore”, capace di “distogliere” qualsiasi nemico da azioni ostili.

L’invisibile raggio microonde a 95 Ghz penetra sotto la pelle per alcuni millimetri provocando, nell’arco di alcuni millisecondi, una insopportabile sensazione di calore che però svanisce non appena si spegne il dispositivo o si scappa oltre il suo raggio d’azione.

Negli esperimenti condotti su circa 400 volontari il tempo di esposizione massimo è stato fissato in 3 secondi, ma secondo il Boston Globe, soltanto una “cavia” è riuscita a resistere per tre secondi.

Le fonti del Direttorio USA sulle Directed Energy Weapons sostengono che il “raggio del dolore” non provoca danni permanenti, ma esistono altri rapporti militari che indicano la possibilità di gravi ustioni alla pelle nel caso in cui l’esposizione duri 250 secondi o più.

Durante gli stessi test alle “cavie” venivano fatti togliere sia gli occhiali che tutti gli oggetti metallici, in quanto potevano creare degli “hot spots”, capaci di ustionare la pelle.

Gli utilizzi strategici delle armi a microonde sono elencati in diversi documenti ufficiali: una delle applicazioni che viene citata più di frequente riguarda il controllo delle folle e dell’ordine pubblico.

Oltre ai possibili danni a lungo termine causati dal raggio a microonde, le organizzazioni umanitarie si interrogano sulla legalità di questo dispositivo che a causa della sua invisibilità e della sofferenza che provoca, potrebbe facilmente tramutarsi in un versatile strumento di tortura.

Altri interrogativi riguardano la possibilità di ustioni (nel caso in cui si indossino oggetti di metallo), danni oculari, o altre tipologie di effetti a lungo termine.

Esistono infatti diverse pubblicazioni scientifiche che documentano ampiamente gli effetti altamente dannosi legati all’esposizione alle microonde: dal cancro al precoce invecchiamento, alla riduzione delle difese immunitarie, ai danni a pelle e retina, fino agli effetti molecolari e genetici, vengono elencate serie infinite di “effetti collaterali” a breve, medio e lungo termine.

 

 Taser

 

 

Il Taser è un'arma da difesa nata all'inizio degli anni 1970 dal miglioramento dei manganelli elettrici.

Questo termine è usato per riferirsi a dei dispositivi classificati come armi da difesa "meno che letali" che fanno uso dell'elettricità per far contrarre i muscoli del soggetto colpito.

Quando viene azionato il taser proietta due piccoli dardi con traiettorie non parallele in modo da aumentare la distanza tra i due, perché l'efficacia aumenta quanto più i dardi sono distanti tra loro.

Questi dardi sono collegati tramite dei fili elettrici al resto del dispositivo il quale produce una scarica ad alta tensione e basso amperaggio, che viene rilasciata in brevissimi impulsi.

La scarica prodotta è, come avviene usualmente in questi apparecchi (tra cui anche la "frusta elettrica" per il bestiame) una scarica ad alto voltaggio (circa 50.000 volt) e a basso amperaggio (6 milliampère), partendo da una normale batteria a 7,2 volt.

Un amperaggio così basso sarebbe però insufficiente a produrre gli effetti voluti e perciò la carica viene concentrata in un condensatore da cui viene rilasciata ad impulsi di 4-5 microsecondi (milionesimi di secondi), con picchi di 5-6 Amp. e con un ritmo di una quindicina di impulsi al secondo che si scaricano ogni volta che attraverso il corpo si chiude il circuito tra le due freccette.

Il sistema a pulsazioni agisce direttamente sui muscoli facendo cadere a terra la persona per le conseguenti contrazioni che lo riducono in posizione fetale (Electro-Muscular Disruption, EMD), i produttori attestano una incapacitazione totale nel 99,5% dei casi.Attualmente vi sono sul mercato due tipi di taser: i taser della Tasertron in California e i taser della Taser International in Arizona.La differenza sostanziale tra le i due prodotti è che il primo usa come propellente per lanciare le freccette un normale innesco acceso per via elettrica, mentre il secondo (Air Taser) usa un contenitore con anidride carbonica.

 

Il modello più sofisticato della Tasertron è attualmente quello 95 HP, destinato a forze di polizia, con batterie al litio da 15 volt e distanza d'impatto massima di 21 piedi (la distanza ottimale di impiego è di 5-18 piedi).

I valori elettrici sono 50.000 volt, 133 mA, 18 W, è munito di un puntatore laser incorporato e il produttore assicura che le freccette colpiranno entro un raggio di tre pollici dal punto luminoso.

Il modello più sofisticato della Air Taser, fino al 2002 era lo M26 (26 Watt, 162 mA;) la cartuccia con la carica di gas , fili e frecce è contenuta nella parte anteriore e si cambia rapidamente;  usa batterie normali ed ha un chip che registra data e ora dell'impiego.

 

 

Long Range Acoustic Device

 

 

Si tratta di armi che impiegano un fascio di onde ultrasoniche in grado di trasportare una quantità considerevole di energia che può interagire con il corpo umano.

I fasci ultrasonici di frequenza adeguata possono mettere in risonanza gli organi dell'equilibrio, provocando vertigini o nausea, o l'intestino, provocando fastidiosi effetti collaterali.

È noto che gli scienziati nazisti avevano costruito un "cannone ultrasonico" in grado di abbattere un aereo.

Diverso è il caso di un dispositivo sviluppato e sperimentato per il DoD statunitense e chiamato "barriera ultrasonica" che emette intorno ad un'area localizzata fasci di ultrasuoni che provocano effetti sempre piú gravi via via che ci avvicina alla sorgente.

Lo svantaggio è che la potenza di un'arma ad ultrasuoni, a differenza di quella di un proiettile, decresce con il quadrato della distanza dall'obiettivo ed è quindi inutilizzabile contro un nemico sufficientemente distante.

E' la nuova arma che i soldati statunitensi hanno avuto a disposizione in Iraq.

Per un milione di dollari la difesa americana ha acquistato il nuovissimo prodotto messo a punto dalla American Technology Corporation. A far uso dell'arma che "urla" sono il corpo dei marines.

Il dispositivo utilizza un altoparlante in grado di emettere fortissimi suoni prossimi alle frequenze degli ultrasuoni.

L'arma arriva a sviluppare 150 decibel su una distanza di 300 metri .

L'effetto che provoca é un lancinante mal di testa, dolori, stati di panico e in alcuni casi anche la perdita momentanea dell'udito.

Qualsiasi protezione semplice alle orecchie non protegge dal'impatto sonico.

Peter Dotto, colonnello dei berretti verdi ha spiegato che quest'arma non letale potrà essere utilizzata per disperdere folle di manifestanti o costringere gli abitanti di edifici da sgomberare a trovar velocemente rifugio altrove.

 

 

 

Armi "a colla"

 

 

Il fucile "lancia-colla" è in dotazione ad alcuni corpi di polizia metropolitana negli USA ed è stato usato dalle truppe americane durante l'operazione Restore Hope in Somalia nel 1995.

Si tratta di un dispositivo ad aria compressa che lancia fino ad una distanza di qualche decina di metri un liquido che, nel giro di alcuni secondi, solidifica bloccando completamente i movimenti della persona colpita.

La vittima viene successivamente liberata cospargendola di un idoneo solvente. La colla ha la caratteristica di essere permeabile ai gas, anche dopo essere solidificata e ciò garantisce a chi viene colpito di continuare a respirare agevolmente.

Le autorità militari garantiscono che sia la colla che il solvente sono del tutto atossici. L'arma ha tuttavia il difetto di essere ingombrante, pesante, difficile da maneggiare e con un numero estremamente limitato di munizioni.

Il limite piú grande tuttavia è dato da una gittata corta, di gran lunga inferiore a quello della piú piccola arma da fuoco convenzionale. In pratica un'arma di questo tipo appare di ben scarsa utilità.Le "barriere adesive" sono invece costituite da bande di tessuto di fibra di vetro ricoperte di un potente adesivo che polimerizza quasi istantaneamente sotto un carico di qualche decina di kg.

Una volta fissate al suolo, bloccano, incollandoli al terreno, sia chi le calpesti a piedi, sia le ruote di un automezzo.

Le barriere adesive sono state concepite come alternativa non letale ai campi minati ed alle barriere di filo spinato per la difesa di aree limitate di territorio. Anch'esse sono state usate dalle truppe USA in Somalia, tuttavia, si sono mostrate completamente inefficaci potendo ovviamente essere facilmente neutralizzate con lo spargimento di sabbia, terra o qualsiasi altro materiale.

 

Rapporto Urban Operations in the Year 2020 (sintesi commentata in italiano)

originale sul sito N.A.T.O.

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